Il fantasma del castello. Tra storia e leggende medievali.
Chi è in visita nella nobile terra di Ciociaria, giunto a Ferentino deve seguire le indicazioni per Fumone, un panoramico borgo dove l’occhio spazia a 360 gradi osservando le cime dei vicini Monti Ernici.
Il piccolo abitato, grazie alla sua strategica posizione sin dai tempi dei Romani fu magnifica vedetta che dall’alto dei suoi 800 metri osservava la Valle del Sacco e la via Latina che collegava Napoli a Roma.
Grazie a un sapiente gioco di segnali fumogeni, si potevano facilmente avvisare i vicini alleati di eventuali pericoli. Da qui l’appellativo di “fumone” ricavato dalla frase latina che ne ricorda l'importante ruolo: "Cum fumo fumat, tota campania tremat" ovvero “quando Fumone fuma, tutta la campagna trema”.
L’inespugnabile rocca fu utilizzata dalle truppe pontificie per controllare i confini verso il Regno dei Borboni e assunse a grande notorietà storica quando nel 1295 vi fu rinchiuso Pietro Angelerio da Morrone, più noto come papa Celestino V, che vi morì dopo dieci mesi di dura prigionia. La storia del Papa del “gran rifiuto”, unico papa ad aver abdicato, almeno fino alle recenti vicende Vaticane dello scorso febbraio, è universalmente nota e segna uno dei momenti di massima crisi del potere temporale dell’epoca troppo condizionato dagli interessi politici delle aristocratiche famiglie nobiliari.
Dopo un periodo di abbandono del maniero, nel 1584 papa Sisto V decise, in memoria del martirio di Celestino V, di conservare il castello come memoria storica e lo affidò ai marchesi Longhi, una famiglia aristocratica romana ancora oggi proprietaria dell’immobile, che lo fecero tornare agli antichi splendori.
La storia del castello è intrecciata anche con i fantasmi che lo abitano. Si racconta che siano ben 18 gli spiriti legati per varie vicende a queste mura. Si parla di Ruggero l’Alchimista del X secolo, del fantasma dell'antipapa Gregorio XIII, murato vivo in una delle mura della fortezza e che talvolta si diverte nel battere colpi contro le pareti delle stanze. Oppure, la toccante storia del piccolo marchese Francesco Longhi, avvelenato lentamente con piccole dosi di arsenico dalle sorelle per impedirgli di ereditare le fortune della famiglia. La madre, Emilia Caetani Longhi, lo fece imbalsamare e lo pose in una teca di cristallo assieme ai suoi vestiti e giocattoli. Da allora, dal lontano 1800, il fantasma della madre sembra che lo vada a trovare ogni notte.
Dopo aver visitato le varie sale del castello, ascoltando le coinvolgenti parole della guida, da non mancare la visita del giardino pensile di ben 3500 mq costruito nel 1600, e considerato il più alto d'Europa, dal quale si gode di un panorama a perdita d’occhio osservando oltre 40 paesi.
Al centro del giardino si dice che sporga la cima del Monte Fumone; ancora una leggenda racconta che toccare questa punta sembra porti fortuna. Provare, non costa nulla.
Sosta
Per una sosta breve si può trovare posto nel piccolo parcheggio antistante alla porta Romana, l’accesso al borgo, o lungo la via di accesso. Un parcheggio (segnalato) si trova al termine di una strada con larghezza massima di 2,3 mt.
Chi è in visita nella nobile terra di Ciociaria, giunto a Ferentino deve seguire le indicazioni per Fumone, un panoramico borgo dove l’occhio spazia a 360 gradi osservando le cime dei vicini Monti Ernici.
Il piccolo abitato, grazie alla sua strategica posizione sin dai tempi dei Romani fu magnifica vedetta che dall’alto dei suoi 800 metri osservava la Valle del Sacco e la via Latina che collegava Napoli a Roma.
Grazie a un sapiente gioco di segnali fumogeni, si potevano facilmente avvisare i vicini alleati di eventuali pericoli. Da qui l’appellativo di “fumone” ricavato dalla frase latina che ne ricorda l'importante ruolo: "Cum fumo fumat, tota campania tremat" ovvero “quando Fumone fuma, tutta la campagna trema”.
L’inespugnabile rocca fu utilizzata dalle truppe pontificie per controllare i confini verso il Regno dei Borboni e assunse a grande notorietà storica quando nel 1295 vi fu rinchiuso Pietro Angelerio da Morrone, più noto come papa Celestino V, che vi morì dopo dieci mesi di dura prigionia. La storia del Papa del “gran rifiuto”, unico papa ad aver abdicato, almeno fino alle recenti vicende Vaticane dello scorso febbraio, è universalmente nota e segna uno dei momenti di massima crisi del potere temporale dell’epoca troppo condizionato dagli interessi politici delle aristocratiche famiglie nobiliari.
Dopo un periodo di abbandono del maniero, nel 1584 papa Sisto V decise, in memoria del martirio di Celestino V, di conservare il castello come memoria storica e lo affidò ai marchesi Longhi, una famiglia aristocratica romana ancora oggi proprietaria dell’immobile, che lo fecero tornare agli antichi splendori.
Dopo aver visitato le varie sale del castello, ascoltando le coinvolgenti parole della guida, da non mancare la visita del giardino pensile di ben 3500 mq costruito nel 1600, e considerato il più alto d'Europa, dal quale si gode di un panorama a perdita d’occhio osservando oltre 40 paesi.
Al centro del giardino si dice che sporga la cima del Monte Fumone; ancora una leggenda racconta che toccare questa punta sembra porti fortuna. Provare, non costa nulla.
Sosta
Per una sosta breve si può trovare posto nel piccolo parcheggio antistante alla porta Romana, l’accesso al borgo, o lungo la via di accesso. Un parcheggio (segnalato) si trova al termine di una strada con larghezza massima di 2,3 mt.
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