Seguendo il corso dell'Aniene
Lungo circa 100 chilometri, il fiume Aniene nasce a 1200 metri di altezza dalla sorgente di Tiglioso, posta sui monti Simbruini tra Lazio e Abruzzo, e termina la sua corsa a Roma gettando le sue acque nel Tevere.
Lungo il suo percorso incontra cittadine ricche di storia come Subiaco e Tivoli contribuendo a disegnare il paesaggio caratteristico di queste due interessanti località.
Capoluogo della valle
Subiaco, località posta lungo la media valle dell'Aniene, sorge su di un territorio anticamente abitato degli Equi, passato poi sotto il controllo dei Romani nel 304 a.C. i quali realizzarono quattro maestosi acquedotti che conducevano a Roma le acque della valle: l’Anio vetus, l’Acqua marcia, la Claudia e l’Anio Novus.
L’ambiente fresco, ameno e non lontano dalla capitale, indusse l’imperatore Nerone a costruire qui una villa, detta Sublaqueum (cioè sotto i laghi), grandiosa abitazione che si estendeva su una superficie di circa due chilometri, ricca di marmi e arredi di lusso. La lussuosa dimora era posata sulle rive di tre laghetti artificiali, ricavati sbarrando le acque del fiume Aniene con tre poderose dighe, chiamate dallo storico romano Cornelio Tacito “simbruina stagna”. Scendendo al livello del fiume, sotto l’attuale ponte di San Mauro, è possibile ancora osservare le imponenti spalle degli antichi sbarramenti. La villa, a dispetto di tanto sfarzo, fu presto abbandonata dal dispotico imperatore e, in seguito, cadde in rovina.
Nella Subiaco moderna, si passeggia nel corso, si passa il neoclassico arco eretto nel 1789 da Pietro Camporese il Vecchio per volere di Pio VI, si passa del tempo nel parco attiguo al ponte medievale di San Francesco, innalzato nel 1358 e restaurato nel 1789, punto di accesso che conduce al convento omonimo. Subito a valle di questo ponte, gli appassionati di kayak possono mettere in acqua l’imbarcazione: l'Aniene in questo tratto è ancora un fiume poco inquinato e il percorso è godibile senza problemi.
Nella Subiaco moderna, si passeggia nel corso, si passa il neoclassico arco eretto nel 1789 da Pietro Camporese il Vecchio per volere di Pio VI, si passa del tempo nel parco attiguo al ponte medievale di San Francesco, innalzato nel 1358 e restaurato nel 1789, punto di accesso che conduce al convento omonimo. Subito a valle di questo ponte, gli appassionati di kayak possono mettere in acqua l’imbarcazione: l'Aniene in questo tratto è ancora un fiume poco inquinato e il percorso è godibile senza problemi.
Raccoglimento spirituale
Dire Subiaco, significa richiamare la figura di Benedetto da Norcia fuggito da Roma sul finire del V secolo e ritiratosi in eremitaggio in una grotta del vicino monte Talèo. Il suo verbo catalizzò l’attenzione di molti fedeli, accogliendo discepoli sempre più numerosi fino al punto da fondare il nuovo ordine monastico dei Benedettini e il loro primo dei tredici monasteri, l’attuale complesso di Santa Scolastica in onore della sorella di Benedetto, anch’essa raccolta in preghiera su questi monti.
Del monastero originario non rimane quasi nulla e l’abbazia presenta oggi un complesso di edifici costruiti in secoli diversi e con differente stile. La facciata, ad esempio, risale al secondo dopoguerra, mentre all’interno si trovano tre chiostri antichi di epoca e fattezze differenti. Pregevole il terzo chiostro con pozzo centrale, risalente al XIII secolo e opera di valenti maestri cosmateschi, costruito con materiali provenienti in parte dalla villa di Nerone. A causa della configurazione del terreno, l’ambiente ha una configurazione molto singolare: il campo è rialzato rispetto al portico circostante.
La grotta impervia del Monte Taleo dove Benedetto visse eremita per circa tre anni, fino alla Pasqua dell'anno 500, è oggi inglobata all'interno del Monastero del Sacro Speco, qualche chilometro oltre il precedente.
Si sale lungo un sentiero immerso nel boschetto di lecci fino a giungere al Santuario, che si presenta improvvisamente, addossato alla roccia a strapiombo, vero “nido di rondini”. All’interno del complesso abbaziale, si trovano due chiese sovrapposte e diverse cappelle disposte in un labirinto di ambienti illuminati da squarci di luce provenienti dalle finestre che affacciano sulla valle e raggiungibili lungo ripide scale ricavate dalla viva roccia, in alcuni punti riccamente decorate da affreschi del 1300 e 1400 che raffigurano varie storie e leggende relative a vite di santi.
Si sale lungo un sentiero immerso nel boschetto di lecci fino a giungere al Santuario, che si presenta improvvisamente, addossato alla roccia a strapiombo, vero “nido di rondini”. All’interno del complesso abbaziale, si trovano due chiese sovrapposte e diverse cappelle disposte in un labirinto di ambienti illuminati da squarci di luce provenienti dalle finestre che affacciano sulla valle e raggiungibili lungo ripide scale ricavate dalla viva roccia, in alcuni punti riccamente decorate da affreschi del 1300 e 1400 che raffigurano varie storie e leggende relative a vite di santi.
Giardini e giochi d'acqua
Sulla Via Tiburtina in direzione della Capitale, s’incontra Tivoli, l’antica Tibus Superbum, graziosa località nota per le sue residenze imperiali come Villa Adria, Villa Gregoriana e Villa d’Este. Cittadina dall’urbanistica medievale con campanili e torri, da visitare la Chiesa di Santa Maria Maggiore, fatta edificare da Papa Simplicio sui ruderi di una villa romana e successivamente trasformata nel XII secolo, e la Chiesa di San Silvestro costruzione del XII secolo di stile romanico.
La meta principale rimane la stupenda Villa d'Este, capolavoro del Rinascimento italiano che figura nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco, fortemente voluta dal cardinale Ippolito II d'Este, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia. L’artefice dell’opera fu l'architetto Pirro Ligorio che utilizzò le acque del fiume Aniene, mediante una condotta che passa tuttora sotto il centro storico, per alimentare le splendide fontane che l’hanno resa famosa nel mondo. Sorgenti dai nomi evocativi come le Cento Fontane, la fontana del Bicchierone, le melodiose fontane dell’Organo e della Civetta – con gli strumenti musicali idraulici perfettamente funzionanti – la fontana dell’Ovato e quella dei Draghi costruite utilizzando sia i marmi di travertino locali, sia i rivestimenti di alcuni monumenti romani, come la Tomba di Cecilia Metella.
Un percorso inglobato nello splendido giardino all’italiana che esalta e valorizza l’architettura del palazzo e l’ingegnosa arte dei meccanismi idraulici delle fontane
Non meno scenografica Villa Gregoriana, ardito parco innalzato nel 1834 dopo che una luttuosa piena dell’Aniene convinse Papa Gregorio XVI a intervenire per deviare il corso del fiume, lavori che portarono alla creazione di una grandiosa cascata. Il vecchio letto del fiume e le scoscese pareti che lo contornavano divennero lo scenario di un fantastico percorso tra grotte e resti archeologici di epoca romana, compresi due templi del III-II sec. a.C. La visita si compie lungo numerosi sentieri e rampe di scale che salgono e scendono sulle pareti scoscese dell’orrido, protetti da un folto bosco di alberi giganteschi che si aprono su brevi radure illuminate dal sole.
La meta principale rimane la stupenda Villa d'Este, capolavoro del Rinascimento italiano che figura nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco, fortemente voluta dal cardinale Ippolito II d'Este, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia. L’artefice dell’opera fu l'architetto Pirro Ligorio che utilizzò le acque del fiume Aniene, mediante una condotta che passa tuttora sotto il centro storico, per alimentare le splendide fontane che l’hanno resa famosa nel mondo. Sorgenti dai nomi evocativi come le Cento Fontane, la fontana del Bicchierone, le melodiose fontane dell’Organo e della Civetta – con gli strumenti musicali idraulici perfettamente funzionanti – la fontana dell’Ovato e quella dei Draghi costruite utilizzando sia i marmi di travertino locali, sia i rivestimenti di alcuni monumenti romani, come la Tomba di Cecilia Metella.
Un percorso inglobato nello splendido giardino all’italiana che esalta e valorizza l’architettura del palazzo e l’ingegnosa arte dei meccanismi idraulici delle fontane
Non meno scenografica Villa Gregoriana, ardito parco innalzato nel 1834 dopo che una luttuosa piena dell’Aniene convinse Papa Gregorio XVI a intervenire per deviare il corso del fiume, lavori che portarono alla creazione di una grandiosa cascata. Il vecchio letto del fiume e le scoscese pareti che lo contornavano divennero lo scenario di un fantastico percorso tra grotte e resti archeologici di epoca romana, compresi due templi del III-II sec. a.C. La visita si compie lungo numerosi sentieri e rampe di scale che salgono e scendono sulle pareti scoscese dell’orrido, protetti da un folto bosco di alberi giganteschi che si aprono su brevi radure illuminate dal sole.
Il sogno dell'Imperatore
Scendendo verso Roma s’incontra la frazione di Bagni di Tivoli, nota per la rinomata stazione termale delle Acque Albule, dove sorge la maestosa Villa Adriana, storico edificio fatto costruire dal 117 d.C. dal poliedrico imperatore romano, sulla quale espresse maggiormente il proprio estro artistico. Eretta in tre momenti diversi nell’arco della vita di Adriano, si estende su una superficie complessiva di 300 ettari, disposti su quattro nuclei maggiori, Roccabruna, Canopo, Pecile, Piazza d’Oro.
Amatissima dal suo architetto, fu eletta dimora dell’imperatore nei suoi ultimi, solitari e inquieti anni, ed esercitò nel tempo un fascino straordinario su artisti e architetti, tanto che illustri ospiti come Raffaello, Leonardo, Michelangelo, Palladio e una lunghissima serie di personaggi importanti la visitarono e studiarono. Di questi illustri passaggi rimane traccia negli autografi incisi sulle rovine, oggi ancora perfettamente leggibili.
Amatissima dal suo architetto, fu eletta dimora dell’imperatore nei suoi ultimi, solitari e inquieti anni, ed esercitò nel tempo un fascino straordinario su artisti e architetti, tanto che illustri ospiti come Raffaello, Leonardo, Michelangelo, Palladio e una lunghissima serie di personaggi importanti la visitarono e studiarono. Di questi illustri passaggi rimane traccia negli autografi incisi sulle rovine, oggi ancora perfettamente leggibili.
INDIRIZZO | COME ARRIVARE | SERVIZI |
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Dall'uscita Tivoli della A24, seguire per la città e al primo semaforo, svoltare a destra e imboccare Viale N. Arnaldi.
Continuare su Viale Cassiano che sfocia nella Strada Provinciale 46a, fino al km 6.800 dove si svolta a sinistra. Tivoli dista 8 km. |
Quindici posti su erba, panoramico, illuminazione, elettricità, camper service.
Ristorante, piscina (estiva), maneggio. | |
TELEFONO
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PREZZI
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GPS
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0774.411.671 - 0774.411.079 FAX: 0774.411.166 | Apertura Annuale. | 41,92889N - 12,83056E |
Subiaco: possibile la sosta anche notturna nel parcheggio isolato ma tranquillo del Santuario di Santa Scolastica.
Tivoli: parcheggio segnalato nei pressi dell'ospedale cittadino. Gratuito, centrale. Non utilizzabile il mercoledì per mercato. |
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